Esperienza indimenticabile nelle aree terremotate

Dopo gli interventi del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, dopo la raccolta di fondi per la ricostruzione, “rompere il silenzio innaturale nelle aree terremotateè stato l’invito del Presidente generale Vincenzo Torti, colto tempestivamente dal Centro Nazionale Coralità che ha destinato 4 cori a tenere altrettanti concerti nelle regioni colpite dal sisma dello scorso anno. Motivo d’orgoglio, per il Coro Scaligero dell’Alpe, rientrare nel lotto scelto a rappresentare la coralità del Club Alpino Italiano ed essere destinato alla regione Marche, con una esibizione tenutasi sabato 7 ottobre 2017 nell’auditorio Emidio Neroni di Ascoli Piceno.
Il concerto è stato aperto dal Coro La Sibilla di Macerata, alla presenza delle autorità locali e del CAI, ma anche di alcuni comuni maggiormente colpiti come il sindaco di Arquata del Tronto. Calorosa l’accoglienza del pubblico e toccanti le testimonianze riportate negli interventi degli ospiti, in particolare dei rappresentanti del Soccorso Alpino.

La manifestazione, naturalmente, aveva quale obiettivo principale quello di richiamare e mantenere alto il livello di attenzione, per non lasciare che piano piano, giorno dopo giorno, queste popolazioni e questi luoghi vengano abbandonati a se stessi. Difatti, puntuale è stato l’intervento del Presidente del CNC, Gabriele Bianchi, rivolto ai presenti: “Dopo aver portato la voce del CAI nelle zone terremotate, ci faremo carico di portare la vostra voce in tutto il Paese.
La mattina seguente, domenica, grazie all’interessamento e la collaborazione del gentilissimo maestro del Coro La Sibilla, Fabiano Pippa, abbiamo potuto visitare 
Visso o, per meglio dire, quello che è rimasto del caratteristico paese sito nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. La devastazione è impressionante e la passeggiata tra le macerie ci lascia ammutoliti, complici del silenzio, incapaci, stavolta, di romperlo. Ci proviamo più tardi animando la Messa celebrata nella tecnostruttura, cantanti con voce tremula per l’emozione.



Nei fedeli riuniti alla celebrazione si percepisce tutto il dolore e la tristezza; dai loro occhi lucidi, come i nostri, si legge la preoccupazione e l’incertezza per il futuro. Più tardi però, pranzando con alcuni 
di loro nella mensa allestita nelle strutture di emergenza, ascoltando le loro testimonianze cogliamo una sorprendente forza d’animo, uno spirito di speranza e orgoglio; voglia di ricominciare, nonostante tutto e di non lasciarsi abbattere dalla sofferenza. Cavalchiamo questa energia positiva e ci lasciamo andare a qualche canto allegro stretti in un simbolico abbraccio.
Nel primo pomeriggio ripartiamo col pullman verso Verona con la promessa di tornare presto, stavolta per festeggiare la ricostruzuione e il ritorno alla normalità. Magari con un concerto assieme al coro del paese, momentaneamente sciolto, al cui Presidente abbiamo donato qualche bottiglia di Amarone con l’auspicio si possa quanto prima brindare alla ripresa della loro attività.

Mentre ci lasciamo Visso alle spalle, guardando dai finestrini il martoriato paesaggio che scorre veloce, riflettiamo sull’esperienza appena vissuta. Stare anche per poche ore a stretto contatto con chi ha subito in prima persona una simile tragedia e ne sta ancora pagando le conseguenze, ma che non si piega alle avversità e cerca la forza per reagire ci ha molto arricchito interiormente.
Quello che ci portiamo a casa, stavolta, è molto di più dell’applauso del pubblico: è il sorriso dolce di chi ci ha confidato che, grazie alla nostra visita, ha trascorso qualche momento di spensieratezza.

Filippo Brutti